Ovodonazione
Il tuo sogno non si ferma. La solidarietà di altri lo rende possibile
Come funziona l’ovodonazione?
L’ovodonazione è una tecnica di fecondazione assistita nella quale gli ovociti da inseminare provengono da una donatrice.
Per alcune coppie l’ovodonazione rappresenta l’unica chance concreta di ottenere una gravidanza; questo accade quando gli ovociti della partner femminile sono di qualità scadente o il patrimonio degli stessi risulta estremamente ridotto o esiste qualche altra condizione che ne controindica l’impiego.
Dal punto di vista tecnico, la procedura è la stessa di qualsiasi altra FIVET/ICSI. Gli embrioni sono mantenuti in coltura per alcuni giorni e successivamente trasferiti nell’utero della donna ricevente.
In Next Fertility GynePro, grazie a una rete di eccellenze internazionali nell’ambito della riproduzione assistita, offriamo alle coppie un supporto a 360 gradi nell’iter diagnostico e terapeutico nei casi in cui si ponga l’indicazione ad un trattamento di ovodonazione.
Tutte le donatrici del Gruppo Next Fertility si sottopongono a una serie completa di visite, analisi mediche, test genetici e valutazioni psicologiche prima di essere ammesse al nostro programma di donazione di ovuli.
L’inseminazione degli ovociti donati può avvenire con il seme del partner maschile della coppia ovvero, qualora anche le caratteristiche del liquido seminale fossero compromesse, si può optare per una doppia donazione, in cui anche gli spermatozoi provengono da un donatore esterno alla coppia.
Per chi è indicata l’ovodonazione?
- età materna avanzata (al riguardo occorre ricordare che le probabilità di successo della fecondazione in vitro omologa diventano molto basse quando l’età dell donna supera i 42 anni e si azzerano virtualmente dai 45 anni in poi)
- menopausa precoce o insufficienza ovarica prematura, anche per l’esposizione a farmaci o terapie gonadotossiche, ad esempio in caso di tumori ematologici
- assenza delle ovaie: congenita o dopo asportazione chirurgica
- malattie o trattamenti chirurgici che comportano una drastica riduzione della riserva ovarica (ad esempio l’endometriosi grave specie se bilaterale)
- fallimenti ripetuti di altre tecniche di fecondazione assistita
- controindicazioni dell’uso dei propri ovuli, per malattia genetica ereditaria, capace di essere trasmessa alla progenie e che non può essere evitata mediante l’uso di Tecniche di Diagnosi Genetica embrionale (PGT)
- altro
• Come viene selezionata la donatrice?
• Preparazione del campione seminale
• Fecondazione e coltura embrionale
• Preparazione endometriale
• Trasferimento embrionale
• Test di gravidanza.
1. Come viene selezionata la donatrice?
Le donatrici che aderiscono al nostro programma sono ragazze giovani, in buona salute, che decidono di donare le proprie cellule riproduttive in maniera gratuita, altruistica ed anonima, mosse dall’intento di aiutare altre donne a coronare il loro sogno di maternità. La selezione comprende visite mediche, esami approfonditi soprattutto in ambito genetico ed infettivologico ed una puntuale valutazione psicologica.
Ai fini dell’abbinamento donatrice/ricevente, nell’esclusivo interesse del nascituro, ci facciamo carico di garantire la maggiore compatibilità possibile delle caratteristiche fenotipiche principali (etnia, colore degli occhi e dei capelli, gruppo sanguigno).
Suggeriamo caldamente, infine, di sfruttare l’opportunità di eseguire un “matching genetico” (test di compatibilità genetica fra donatrice di ovuli e partner maschile della coppia), riducendo al minimo le possibilità di trasmissione di una malattia genetica alla progenie.
Preparazione del campione seminale
È sempre necessario preparare il campione di seme per ottimizzarne il più possibile le caratteristiche e migliorane così le capacità di fecondazione ovocitaria.
Il campione di seme è ottenuto dall’uomo attraverso semplice masturbazione. Esiste anche la possibilità di impiegare un campione previamente crioconservato.
Nel caso in cui sia raccomandato l’uso del seme di donatore, sarà impiegato un campione crioconservato nella nostra criobanca, scongelato prima dell’impiego.
In entrambi i casi, i nostri biologi lo tratteranno in laboratorio con un processo noto come capacitazione spermatica, per poter selezionare gli spermatozoi con la miglior mobilità e concentrarli.
Fecondazione e coltura
I nostri embriologi realizzano la fecondazione attraverso una tecnica definita ICSI (iniezione intracitoplasmatica di spermatozoi). In pratica, essi inseminano ogni ovulo della donatrice con uno spermatozoo opportunamente selezionato, che viene iniettato nell’ovulo mediante una specie di microscopico ago. È una tecnica molto accurata che garantisce generalmente elevati tassi di fertilizzazione. Dopo circa 20 ore viene accertata l’avvenuta fecondazione constatando la formazione degli zigoti (fase pre-embrionale); questi ultimi poi, lasciati in coltura, possono continuare il loro sviluppo dividendosi e dando origine ad embrioni. Gli embrioni, a loro volta, se tenuti in coltura fino alla 5° o 6° giornata possono raggiungere un’avanzata fase di sviluppo dando origine ad una o più blastocisti.
Preparazione endometriale
L’obiettivo di questa fase è di preparare l’endometrio della ricevente e ricreare un ambiente ottimale per l’attecchimento dell’embrione. Prevede la somministrazione (per via orale o iniettiva) di estrogeni e progesterone, che promuovono il corretto sviluppo dell’endometrio, ossia lo strato dell’utero deputato ad accogliere l’annidamento dell’embrione e lo sviluppo della gravidanza.
Durante questa terapia si effettuano controlli ecografici transvaginali e prelievi ematici per dosaggi ormonali allo scopo di ottimizzare la terapia e preparare adeguatamente l’endometrio al transfer.
Trasferimento Embrionale
Consiste nel trasferimento in utero di una singola blastocisti ottenuta dalle fasi precedenti. Generalmente nei trattamenti di ovodonazione si predilige sempre il transfer di una singola blastocisti; eventuali blastocisti sovrannumerarie potranno essere crioconservate ed usate in un secondo momento (transfer differito).
Si tratta di una procedura di precisione, indolore, nel corso della quale lo specialista, dopo aver applicato lo speculum come in una normale visita ginecologica, introduce attraverso la cervice un sottilissimo catetere flessibile nella cavità uterina e deposita quindi, usualmente sotto controllo ecografico, la blastocisti all’interno della cavità uterina.
Non è necessaria alcuna forma di sedazione né tanto meno si richiede il ricovero. La paziente può alzarsi 15 minuti dopo il transfer e tornare subito alle sue occupazioni abituali, con l’eccezione della attività che comportano un eccessivo sforzo fisico.
Test di gravidanza
Il test di gravidanza sarà eseguito dopo circa 10 giorni dal transfer della blastocisti mediante un prelievo ematico per il dosaggio della β-hCG (Gonadotropina corionica umana), che è l’ormone che indica la gravidanza, essendo prodotto dall’embrione dopo il suo impianto nell’endometrio.
Se il risultato del test è positivo, dopo due settimane circa sarà eseguita la prima ecografia per confermare la presenza del “sacco gestazionale” all’interno dell’utero e osservare il battito del cuore dell’embrione.