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PMA: In Italia sei bambini su dieci sono nati da cellule vitrificate

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La vitrificazione, ovvero il processo che permette la crioconservazione degli embrioni, sta assumendo un’importanza sempre più grande all’interno delle tecniche di procreazione medicalmente assistita (PMA).

È  quanto spiega il nostro Dr. Lodovico Parmegiani, Head of Embryology NextClinics International & Direttore Laboratorio IVF presso la nostra clinica «In Italia nel 2021 (ultimo dato disponibile, ndr) degli oltre 12 mila bambini nati con la procreazione assistita, quasi sei su dieci, sono nati grazie a questo procedimento che nell’ultimo decennio è stato ottimizzato e permette non solamente importanti risultati, ma anche consente alla coppia che è alla ricerca di un figlio di non doversi sottoporre ogni volta a particolari, quanto impegnative procedure».

Il Dr. Parmegiani durante lo speech sulla vitrificazione

Un dato che è stato condiviso durante l’edizione 2023 del convegno scientifico Next Fertility GynePro “Nascerà e non avrà paura” che si è svolto venerdì 1° dicembre durante il quale abbiamo affrontato, insieme ai migliori professionisti del settore, i temi dell’infertilità, del cancro ginecologico, della natalità e della medicina prenatale, e che è stato aperto dallo speech introduttivo riguardante la “Salute Circolare” di Ilaria Capua, professoressa alla Johns Hopkins University e direttore emerito del One Health Center of Excellence dell’Università della Florida.

«A oggi nel mondo sono circa 3 i milioni di bambini nati dalle tecniche di criopreservazione; nel solo ultimo decennio i nati sono oltre un milione. La progressiva crescita del ricorso a questa tecnica è motivata dai progressi medico-scientifici che sono stati fatti. Il processo di vitrificazione è stato ottimizzato anche con il contributo importante di alcuni gruppi italiani, diventando sempre più un punto di riferimento per il mondo della PMA».

La tecnica prevede la vitrificazione, ovvero il congelamento degli embrioni in azoto liquido. Come spiega il Dr. Parmegiani «è una tecnica che ha raddoppiato l’efficienza della procedura di congelamento/scongelamento degli embrioni». Continua sostenendo che «il problema maggiore era la stessa sopravvivenza delle cellule allo scongelamento. Se fino a poco più di 10 anni fa le linee guida delle società scientifiche ipotizzavano come massimo obiettivo il 55% di sopravvivenza, adesso il benchmark di questo indicatore di performance è del 99%. Questo significa che negli ultimi anni più del doppio degli embrioni congelati sopravvive e “riprende vita” dopo lo scongelamento rispetto a prima del 2012. La conseguenza immediata è il successo dei trattamenti, quindi la gravidanza». Altro aspetto importante è il percorso della coppia «che non viene costretto, a fronte di un fallimento, a dover sempre ripartire dall’inizio»

Infine, conclude il Dr. Parmegiani: «In futuro, probabilmente si avvererà la profezia di uno dei padri dell’embriologia clinica, l’australiano Gabor Vajta, che agli albori della tecnica di vitrificazione affermò che nel futuro tutti i bambini della PMA sarebbero tutti nati da cellule congelate».

Il Dr. Lodovico Parmegiani e il Dr. Gabor Vajta si sono occupati insieme nel corso degli anni di sicurezza delle procedure di crionservazione di embrioni e gameti umani.

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